La Marca Trevigiana, famosa in tutto il mondo per i suoi vini frizzanti, ha come cavallo di battaglia un’uva autoctona, il Prosecco, su cui ha completamente riposto, a ragione, la propria immagine. Oltre a questo che si può quasi definire un monoprodotto troviamo però delle piccole produzioni di altre chicche, poco presenti a livello d’impianto in vigna, ma altrettanto valide e forse perché rare ancor più ricercate.
Tra queste il rosato frizzante da uve Pinot Nero, vinificato secondo il classico schema previsto per i vini rosati e cioè lasciando per una notte a contatto le bucce con il mosto per permettergli di estrarre il bel colore chiaretto che contraddistinguerà il vino prodotto, per poi separarli di buon mattino, dando il via alla fermentazione vera e propria. Con questa antica procedura enologica non viene influenzato solamente il colore del vino, che nel caso di un allontanamento istantaneo delle bucce risulterebbe bianco, ma anche la carica olfattiva, nettamente superiore e più ricca, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. La bottiglia elegante e l’etichetta innovativa completano artisticamente il quadro d’insieme.