L’uva Syrah o Shiraz, come è meglio conosciuta nel nuovo mondo (Australia, Sud Africa), è probabilmente originaria del medio oriente, derivando il nome dalla città di Schiraz in Persia. Storicamente ha conosciuto comunque il suo splendore nel sud della Francia (Valle del Rodano, Chateauneuf-du- Pape) da dove negli ultimi decenni ha conquistato il mondo, diventando a buon diritto uno dei vitigni internazionali per antonomasia. Da alcuni anni la troviamo sempre più spesso anche nel nostro bel paese, con piccole produzioni di altissima qualità concentrate nelle regioni più calde della nostra penisola (Toscana, Lazio, Puglia) ed in particolare, grazie al clima torrido quasi siccitoso ed alla elevata intensità luminosa che quest’uva ama follemente, la Sicilia.
Nonostante l’internazionalità che contraddistingue la sua indole, questo Syrah di Trinacria denuncia abbastanza chiaramente le proprie origini mediterranee e mantiene un legame stretto con la terra che lo ha generato, presentandosi al naso con note fruttate ampie e ricche, meno aggressive e pungenti però dei suoi colleghi d’oltralpe. Morbido e generoso al palato, lo avvolge accarezzandolo senza usargli violenza come capita frequentemente quando nel bicchiere si incontra un omonimo palestrato australiano; anche l’alcool, seppure importante, è in perfetto bilanciamento con gli altri componenti e non brucia come ci si potrebbe attendere da uno Syrah invasore.